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Disturbi

Disturbi di ansia e attacchi di panico

L’ansia in se è una reazione sana adattiva che ci aiuta a gestire la realtà che ci circonda, anzi, un livello di ansia medio è positivo e funzionale.

La curva dell’ansia può aumentare e provocare le così dette “crisi d’ansia” che comportano uno dei disagi più comuni e conosciuti, di cui il sintomo più evidente è il “bolo isterico”, meglio noto come nodo alla gola.  

L’attacco di panico è il picco più elevato della curva dell’ansia e può essere così meglio descritto: <<ero in una situazione “normale”, della vita di tutti i giorni, apparentemente tranquilla… all’improvviso ho sentito il cuore che batteva in gola, sempre più velocemente. Non riuscivo a fermarlo, facevo sempre più fatica a respirare. A un certo punto ho pensato di avere un attacco di cuore, con vampate di calore e sudorazione abbondante, tremori, stavo quasi per svenire. In quel preciso momento mi sono detto “oddio, muoio…qui ci rimango secco”! >>

Le persone che si sono trovate almeno una volta nella vita in una situazione del genere, svolgono una serie di indagini mediche più o meno approfondite, rivolgendosi al proprio medico di base o al Pronto Soccorso. Escluso ogni tipo di patologia a livello cardio-circolatorio, iniziano un doloroso ed infruttuoso calvario da uno specialista all’altro, siano essi omeopati, agopuntori, psicologi dei più svariati orientamenti. Prima o poi verrà loro applicata l’etichetta: “disturbo da attacchi di panico”, diagnosticato (per i più rigorosi) “con/senza agorafobia”. Chi soffre di questo disturbo diviene presto consapevole che – per quanto sia un’esperienza terrificante – di panico non si muore. Il paziente non sa mai se, dove e quando avrà il prossimo attacco e rimane in costante allerta, monitorando continuamente le proprie normali reazioni fisiologiche. La più piccola anomalia (fosse anche il normale “fiatone” dopo tre piani di scale) deve essere posta rapidamente sotto controllo.

Disgraziatamente, come è ben noto anche a livello neuro-fisiologico, più si cerca di controllare una reazione spontanea più si provoca la sua escalation, alterandola e rendendola quindi incontrollabile. Questa reazione a catena dimostra che il controllo non è mai abbastanza. Si aumenta il controllo, ma non si riducono gli attacchi di panico. Anzi, questo è il “controllo che fa perdere il controllo”.