La terza ondata COVID ha posto in evidenza una situazione estremamente complessa: in attesa di raggiungere degli obiettivi vaccinali sufficienti a consentire a tutti noi di ritornare a una vita normale, il Governo ha deciso di traghettare questa fase con uno Pseudo-lockdown che ha previsto, tra le altre misure, la chiusura di tutte le Scuole.
Mentre scrivo queste righe il Governo sta annunciando la decisione di riaprire in presenza le scuole dal Nido fino alla prima media. In questo difficile equilibrio tra costi e benefici, le scelte adottate hanno prodotto inevitabilmente effetti negativi psicologici in diverse categorie sociali e in particolare nei nostri adolescenti, “vittime non conteggiate” che hanno subito la chiusura delle scuole a favore della nota DAD.
Se infatti per i bambini delle scuole materne e primarie la mancanza della socialità scolastica è stata compensata da una maggiore interazione con genitori, fratelli e sorelle e dalla possibilità di occupare il tempo con giochi e attività artistiche, per un adolescente una “deprivazione sociale” così prolungata rappresenta una grave mancanza, senza alcuna forma di compensazione, tanto che i giovani hanno manifestato in questi ultimi mesi il loro disagio nelle forme più svariate, dalle manifestazioni eclatanti (si pensi ad esempio al fenomeno delle risse in strada sia nel modenese, sia sul territorio nazionale) a quelle più difficili da riconoscere, una sorta “malessere silenzioso”, da non sottovalutare affatto.
Come Professionista Psicologo della salute mentale mi occupo di aiutare a gestire al meglio la relazione genitori-figli, la cui complessità è aumentata in questi tempi difficili che stiamo affrontando.
Aiutare un adolescente con la terapia breve strategica significa intervenire in modo indiretto attraverso i genitori, con l’applicazione di strategie specifiche e pragmatiche, volte alla soluzione del problema in tempi brevi.